Michele "Mic" Alessandrini - Scrivere il proprio profilo è una di quelle cose inutili di cui si farebbe volentieri a meno. Il motivo è presto detto. Come fai a dire chi sei se non sai a chi lo stai dicendo?
Diciamo, per esempio, che i visitatori di questo blog siano solo mia nonna, mia mamma, il prete che mi ha cresimato e Cenerentola..beh in questo caso il mio profilo dovrebbe fare a meno di alcune parti colorite che, seppure divertenti e spensierate, urterebbero la sensibilità dei lettori.
Viceversa, saper interessati al tuo profilo personaggi di cui più o meno non te ne frega niente porterebbe ad un racconto pseudo fantascientifico in cui brevi momenti di verità sono accompagnati da avventure inverosimili in cui il sottoscritto compare al fianco di personaggi tanto incredibili quanto irreali. Divertenti, certo. Stuzzichevoli, ovvio. Ma il senso ultimo?
Perciò la decisione può essere solo una. Non scriverò che mi chiamo Michele, che ho 28 anni, che il mio mammifero preferito (salvo rare eccezioni) non è sicuramente l’uomo, che non ho ancora deciso dove abiterò quando sarò grande, che ho una sincera invidia per quello che ha saputo creare Gabriele Muccino (ne parlerò successivamente di questo) e che sono convinto che è la qualità dei dettagli l’unico metro per giudicare la grandezza.
Dirò soltanto…divertitevi. Giocate. Piangete. Battete le mani. Pensate. Capovolgete. Sfidate. Sognate. Insomma, buona lettura! ..e se avete domande sul mio profilo, beh, dovreste avere capito come ottenere le risposte.
Guglielmo "Ubba" Ubaldi - Riguardo la mia persona troverete già due autobiografie: una nella sezione "Cantautore" e una nella sezione "Scrittore". Se le autobiografie sono ascrivibili alla categoria dei profili, allora è opportuno che io mi limiti a due, il profilo destro e quello sinistro. In questa sede quindi non vi fornirò il mio terzo, inesistente profilo, ma mi limiterò a fare alcune considerazioni: io e Mic ci conosciamo da quando avevamo 12 anni.
Il mondo ci è sempre sembrato un posto veramente strano popolato da esseri altrettanto strani. Da sempre abbiamo il sospetto che la sensazione di 'smarrimento in terra straniera' che proviamo sia colpa nostra, ma in ogni caso, per uscire da una situazione di empasse che ci avrebbe impedito di vivere una vita (quasi) normale, sin da subito decidemmo che se il mondo è un posto assurdo, l'unico modo per farlo sembrare normale è quello di guardarlo con gli occhi trasognati di un folle.
Per farmi capire userò la classica metafora della linea curva: supponete di avere una linea curva disegnata su un pezzo di carta. Se la guardate vedrete, per l'appunto, una linea curva. Ora però supponete di inforcare gli occhiali di un miope cui mancano 5 gradi per occhio, di mettervi a testa in giù, di avere il vostro gatto che vi fa il solletico con la coda sulla pianta dei piedi, ma non basta! siete nudi, fa un freddo cane e chi più ne ha più ne metta...bè, in queste condizioni 'estreme' probabilmente la linea vi sembrerà dritta.
In soldoni il reale non esiste, esiste l'interpretazione che si dà del reale. E' questo che permette a me e Mic di ridere in pace, è questo che ci dà il diritto di emozionarci, di commuoverci, di riflettere senza temere di perdere quel poco di senno che Madre Natura ci ha donato.
Questo Blog riporterà un po' di normalità nelle nostre vite e in quelle di coloro che ci vorranno leggere attraverso una sana iniezione di confortante follia.