Autore:
UbbaFile Under:
Surreali IdeePubblicato:
21/04/2009 09:59
|
Quando ho progettato il sito ho previsto, nella parte Blog, la sezione "Surreali Idee" sapendo che avrebbe dato a me e ai lettori una certa soddisfazione.
Da sempre io e Michele siamo divertiti ed attratti dal lato surreale della vita, da tutte quelle piccole cose che hanno un significato profondo per il semplice fatto di essere prive di senso. C'è molta verità nella follia e c'è molta follia nella verità... |
...e la comprensione del fatto che ci prendiamo tutti troppo sul serio è il primo fondamentale passo nel vuoto che può riempirci e consolarci.
Questo per dire che quando e se troverete questo Blog non aggiornato per più di un mese, ovvero quando aprirete l'ubbasito e troverete il fortino sguarnito, non strappatevi i capelli, ma gioite perchè vorrà dire che mi sarà ritirato in un monastero tibetano a riflettere sul senso della vita.
Nella serie di post che si inaugura qui, io e Mic ci dilungheremo su alcune fondamentali regole di buon senso che possono permettere a ciascuno di noi di vivere una vita più serena e sanamente distaccata dalla realtà.
Come avrete dedotto dal titolo la puntata odierna è dedicata al citofono di casa; non più di qualche anno fa, in una pungente sera invernale mi girai verso il mio caro amico Mic e gli dissi la seguente frase:
"Comunque Mic, da oggi ho deciso che non risponderò mai più al citofono di casa, a me non che io non stia espressamente aspettando degli ospiti"
La risposta di Mic fu assai confortante:
"Ah bè, io sono anni che non rispondo al citofono"
Detto ciò ci rintuzzammo nei nostri soprabiti (vabbè giacconi, ma ora Mic abita in terra d'Albione e ora pretende che la sua figura sia assimilabile a quella di un rispettabile Lord inglese) e procedemmo per la nostra strada.
In realtà in due semplici battute si racchiude un universo intero di possibili elucubrazioni, ipotesi, esperienze, deduzioni e quant'altro possa venirvi in mente per terminare questa frase. Fatta salva questa ipotesi io e Mic ci conosciamo da tanti di quegli anni che non avevamo bisogno di approfondire l'argomento per capire cosa intendessimo dire, mentre questa spiegazione è ovviamente dovuta ai Voi cortesi lettori.
Perchè dunque mai...MAI...NEVER...rispondere al citofono? Si escludono ovviamente casi particolari tipo non so...state aspettando gente a cena.
|
Il motivo è che segnalare al mondo la propria presenza è un danno irreparabile, almeno in un caso come questo. Pensateci bene; basta una volta, una sola, in cui voi rispondete al postino per fare sì che quello per TUTTI gli anni a venire suoni da voi quando c'è da mettere della posta in buca. Discorso analogo (e ancora più virulento) per quanto riguarda quelli che mettono le pubblicità in buca e, più in generale, tutto il traffico che si genera al portone di un condominio da mane a sera. Una sola volta, signori. Una sola, fottuta, volta ed è finita. |
Sarà un continuo suonare, un continuo "posta in buca", "scusi mi apre sono l'addetto venuto a controllare la caldaia", "mi apre che devo andare al quarto piano da mia zia", "salve siamo i testimoni di Geova", "salve, ho saputo che in questa zona ci sono appartamenti in vendita"...insomma, la vostra vita può considerarsi conclusa. Fine. The End. Fin. Kaput!
Se invece voi applicate la strategia Ubba/Mic non avrete di queste rotture di palle, l'unica controindicazione sarà che ogni tanto dovrete recarvi alle poste a ritirare qualche eventuale raccomandata non consegnatavi dal postino che non vi ha trovato in casa. Quisquilie, bazzeccole, pinzellacchere, baggianate.
Quindi, signore e signori, la prossima volta che vi suona il citofono...shhh...silenzio, si spengano le luci, si abbassi lo stereo, si spenga la televisione, si respiri piano, se necessario si trattenga il respiro, niente movimenti rumorosi... voi non ci siete ... shhh ...voi non ci siete... shhh ...la casa è vuota... shhh ... ferro ... ferro ... ferro ... shhh ... io sono perchè non sono...