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UbbaFile Under:
Surreali IdeePubblicato:
02/12/2008 17:49 …ovvero di come, alle 2 di notte, ricevetti l’sms che mi cambiò la vita.
Quello che mi è sempre piaciuto in Michele è che è una persona con i piedi per terra, una persona pratica e realista e questo mi dà una certa gioia, anche perché non è sempre stato così. Per farvi un esempio per anni io e lui abbiamo cercato di trovare un’idea che ci facesse diventare ricchi ed è inutile dire che le sue proposte erano una più assurda dell’altra (ma ci saranno valanghe di post in futuro a dimostrazione di ciò). Oggi invece Mic è cresciuto, è maturato, ha raggiunto l’età della ragione ed è una persona assolutamente ragionevole e quanto segue ne è l’ennesima dimostrazione.
Dunque, era inverno e fuori piovevano martelli e chiodi (it’s raining hammers, it’s raining nails) e il buon vecchio Ubba se la stava dormendo alla grande quando nel mezzo della notte, il cellulare ubbico trillò. Siccome non tengo il cellulare sul comodino e dato che raramente mi giungono messaggi a tale ora invereconda decisi di alzarmi per recuperare il telefono e capire chi meritasse il mio più profondo odio per avermi svegliato impunemente. Così, al buio sollevai le coperte e il freddo mi entrò nelle ossa. Sempre al buio infilai i piedi nelle ciabatte…a proposito, è sorprendente come uno al buio sia in grado di trovare le ciabatte al primo colpo. Ad esempio, io non sono certo una persona disturbata a tal punto da mettere le ciabatte nella stessa posizione a fianco del letto tutte le notti prima di addormentarmi, eppure, anche se lascio le mie ciabatte in una posizione diversa ogni sera quando mi siedo sul letto e mi metto sotto alle coperte, ebbene, quando mi alzo la mattina i miei piedi fanno automaticamente canestro nelle ciabatte, anche alla cieca. E scommetto che succede anche a voi. Deve essere una sorta di riflesso condizionato, una memoria locale, come quella che i grandi pianisti attribuiscono alle mani che, da sole, sanno automaticamente su che tasti andare a parare, quasi che le mani fossero un organo indipendente.
Fu dunque come un pianista che suona con i piedi che io feci canestro nelle ciabatte quella notte in cui il telefono trillò.
Mi alzai, e mentre mi alzavo, come ho già detto, ero già in cerca dell’opportuna maledizione che avrei scagliato all’incauto autore di quel messaggio. Mi alzai dunque e, recuperato il cellulare, mi accinsi a leggere il messaggio che così recitava:
Autore - Mic
Testo - Gioisci Ubba, ho appena letto questa news: “Trovato in Alaska pelo di origine sconosciuta. Gli scienziati confermano che il pelo non appartiene ad alcuna specie animale conosciuta”. Grande! Visto, te l’avevo detto che il Bigfoot esiste! Siamo ricchi! Quando si parte!
Non potendo dargli torto decisi di partire con lui il mattino seguente. Fu dura, ma trovammo bigfoot. Si rivelò una personanimalepiedone decisamente a modo, di una cortesia e di una gentilezza quasi imbarazzanti. Normale che ci venisse più di uno scrupolo, alla fine ci fu impossibile catturarlo per esibirlo a New York nell’enorme tendone che già avevamo allestito. Dopo una foto ricordo insieme (che potete vedere qui sotto) lo salutammo calorosamente, ci voltammo e tornammo a casa. Non ringrazierò mai Mic per avermi fatto conoscere Piedone e per avermi dimostrato che tira più un pelo di Bigfoot…
Nella foto, sulla seconda cima del ghiacciaio, da sinistra a destra:
Mic, Bigfoot, Ubba