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MusicaPubblicato:
17/12/2008 18:50 Proseguendo la saga di frasi dette da nonni e parenti vari iniziata da Ubba lo scorso post, vorrei riportare un brevissimo estratto di una conversazione avvenuta mesi fa a pranzo da miei nonni. I personaggi sono: N1 (Nonno) e N2 (Nonna)
(altre frasi di cui non ho ricordo alcuno)
N1: …e poi mi ricordo che noi si cantava sempre per le strade. Adesso non canta più nessuno.
N2: ah sì sì…per un bel pezzo c’è stata XYZ (xyz = titolo di una canzone che non mi ricordo), poi Bella Ciao (quando non era ancora la canzone dei cioè-sono-troppo-comunista-e-perciò-migliore-perché-canto-bella-ciao-e-vado-al-concerto-dei-Modena-cioè-e-hai-visto-l’ultimo-cellulare-della-nokia-che-figata-cioè)
N1: macché (mio nonno e mia nonna hanno uno strano metodo comunicativo basato sulla reciproca denigrazione gratuita per poi dire le stesse cose un minuto dopo e rovesciare così i fronti)…però sì si sentiva cantare ovunque, nei campi, per le strade, nelle piazze…
(ancora altre frasi di cui non ho ricordo alcuno)
La domanda è: dov’è finito tutto questo? Non ho ovviamente le risposte e forse non sceglierei di barattare il mio tempo “musicale” con il loro. Tuttavia mi ha fatto riflettere l’idea di un tempo in cui la gente aveva a disposizione tre/quattro canzoni alla volta che sentiva proprie e che poteva cantare senza vergogna.
Immaginarlo adesso, in Italia almeno, sarebbe alquanto improbabile per vari motivi:
- Il 90% delle canzoni che piacciono sono in Inglese e il 90% di chi ascolta quel 90% non ha una più minima idea di cosa le parole vogliano dire. Il risultato sarebbe un insieme di: “yesterday..all my trouble seems so far away..gna gna it sho gne are here to say..gna gna yesterday!” (giusto per citare una canzone che TUTTI sanno)
- Le canzoni a disposizione sono troppe. E come cacchio si fa a decidere cosa cantare? Ammesso che non te la giri con persone che sono la tua fotocopia, le possibilità che tre persone sappiano e vogliano cantare la stessa canzone al giorno d’oggi sono molto basse per come la vedo io.
- E forse la cosa più importante è…le canzoni sono fatte per essere cantate o per essere vendute? Sì bei testi, molto poetici alle volte, molte volte anche troppo (masturbazioni mentali le chiamo io), altre meno. Nessuno dice che “vecchio scarpone, quanto tempo è passato quanti ricordi fai rivivere tu” sia paragonabile a nessun capolavoro odierno. Ma, io onestamente, molte volte mi chiedo: “bella la canzone, ma alla fine che cazzo vuole dire? E soprattutto quanto alla fine mi rappresenta?”…Fortunatamente non c’è il tempo di pensare, neanche alle canzoni, la prossima è già bella che pronta per essere comprata e ascoltata.
Concludo con un estratto scritto da Elvis Costello sui Beatles, eletti come gli Artisti (con la A maiuscola) musicalmente “immortali” dalla rivista Rolling Stone. Idee a parte sulla band, Costello scrive:
“At the show [un concerto di Paul McCartney del 1999]
, it was very different. The second he sang the opening lines -- "Close your eyes, and I'll kiss you" -- the crowd's reaction was so intense that it all but drowned the song out. It was very thrilling but also rather disconcerting. Perhaps I understood in that moment one of the reasons why the Beatles had to stop performing. The songs weren't theirs anymore. They were everybody's”.
Quindi ste benedette canzoni, di chi cazzo dovrebbero essere?