I.A. e D.I.O.
Autore:
UbbaFile Under:
DivagazioniPubblicato:
19/04/2009 13:17
Qualche giorno fa ero in panciolle sul mio divano che mi guardavo Teminator 3 (filmetto senza la sostanza dei due predecessori).
Alla fine del film mi sono messo un attimo a pensare ai robot e all'intelligenza artificiale e mi sono posto la classica domanda: esisterà mai la macchina intelligente? O meglio, per metterla in termini ancora più espliciti, esisterà mai la macchina intelligente dotata anche di creatività?
Già perché a quanto pare la discussione in questo campo verte quasi sempre sul fattore "creatività": i detrattori dell'intelligenza artificiale sostengono sempre che le macchine non potranno mai essere al livello dell'uomo perché una macchina non potrebbe mai "scrivere una sinfonia" o "dipingere un quadro" etc...
Lo scopo della mia riflessione, però, non è quello di arrivare ad una conclusione e neanche quello di sostenere una delle due ipotesi; arrivato a distinguere le due correnti di pensiero, mi sono chiesto che cosa si cela dietro queste due prese di posizione e sono arrivato alla conclusione che chi reputa impossibile che le macchine potranno un giorno essere intelligenti (e creative) crede nell'esistenza di Dio.
Perché? Supponendo che il cervello umano sia un computer fatto di materia organica (il computer più complicato dell'universo) si dovrebbe concludere che l'unica differenza tra i computer attuali e il cervello umano sia di carattere tecnologico, ovvero la distanza tra l'uomo e la macchina sarà colmabile in un tempo X (10, 100, 1000 anni?) con l'avanzamento della tecnologia. Fatta salva questa ipotesi la forbice che separa l'intelligenza umana dalle macchine è destinata a scomparire nel tempo portando questi due mondi sullo stesso piano.
Ma gli "umanoidi" (per usare un linguaggio cinematografico) saranno uguali in tutto e per tutto agli umani? Saranno intelligenti...anzi no, saranno creativi? Avranno dei sentimenti?
Chi sostiene che NON saranno creativi, chi sostiene che NON avranno sentimenti...crede che nell'uomo ci sia qualcosa in più di un intreccio di connessioni neuronali, crede che la creatività, i sentimenti, le emozioni siano qualcosa di più del freddo risultato di un algoritmo che coinvolga ricordi di esperienze passate (educazione), variabili iniziali (patrimonio genetico) e chissà cos'altro. La somma degli addendi, insomma, non basta a dare il risultato finale: c'è qualcosa in più e quel qualcosa in più è l'anima, quel qualcosa in più sono quei 21 grammi che se ne vanno con l'ultimo respiro.
E chi crede nell'esistenza dell'anima, crede nell'esistenza di Dio.
Quindi, in panciolle sul mio divano mentre mi godevo l'inseguimento di 20 minuti che c'è a metà di Terminator 3 ho concluso che chi crede che i robot non potranno mai essere come gli uomini dovrebbe credere nell'esistenza di Dio.
…sui titoli di coda ho poi pensato: non sarà che la differenza tra l'uomo e le macchine sia (sarà) proprio il fatto che l'uomo si interroga sull'esistenza di Dio?